Video - Henrique Avancini, un inno alla MTB

 L’inizio della sua carriera

Avancini nasce in Brasile e subito scopre la bicicletta grazie all’officina del padre, punto di riferimento per la comunità del ciclismo locale. Questo permise al giovane Henrique di scoprire fin da subito il mondo del ciclismo e ciò che ci sta dietro.

La passione piano piano crebbe e quindi il ciclismo da un gioco diventò prima un sogno, poi un obiettivo e infine un lavoro. Grazie agli ottimi risultati avuti nei campionati locali Henrique decise di andare a correre in Europa per farsi vedere dei team maggiori e provare così a chiudere un contratto da professionista.

Il problema però erano sicuramente i soldi per viaggiare in Europa ed avere l’attrezzatura del livello dei professionisti. Nonostante tutti gli ostacoli davanti a lui deciso lo stesso di partire e di mettere il cuore la passione lì dove non arrivava il portafoglio.

La sua prima notte in Europa fu all’aeroporto di Cipro, dove dormi per evitare di pagare l’alloggio appena atterrato all’indomani della sua prima gara. Molto spesso inoltre acquisiva componenti e altri pezzi prendendo gli scarti delle squadre professionistiche, ma che per lui erano ancora buoni ed utilizzabili

Grazie a questa grinta e a questa passione i talent scout si accorsero subito del giovane Henrique, il quale riuscì a stringere i suoi primi contratti da professionista e sviluppare la sua fase iniziale della carriera fino ad atterrare poi al Cannondale Factory Racing.

Il Cannondale Factory Racing

Il Cannondale Factory Racing è stata la casa di Avancini per molti anni, dividendo le piste da XC con Marotte, Marco Fontana, Alan Haterly, Simon Andreassen, ma soprattutto Manuel Fiumic, ad oggi team manager del CFR, che ha condiviso con lui moltissime avventure.

Manuel, che ha dato addio alla sua carriera l’anno scorso, ha partecipato per molte edizioni insieme d Avancini alla Cape Epic, diventando il duo più iconico di questa gara a tappe in Sudafrica. Insieme hanno raggiunto moltissimi obiettivi e dato vita a spettacoli ed emozioni che ci hanno tenuto incollati al televisore.

Henrique nonostante tutte le difficoltà legate all’essere brasiliano e alla distanza con l’Europa, centro nevralgico della mountain-bike di alto livello, non ha mai mollato e la sua grinta e la sua passione hanno ispirato moltissimi brasiliani e moltissimi corridori in tutto il mondo a seguire le sue orme o in generale a non abbandonare mai i propri sogni.

Ci ricordiamo tutti la folla che nella prima tappa di coppia del mondo 2022 a Petropolis ha salutato il suo campione di casa in un abbraccio molto caloroso

Henrique ha sempre trasmesso valori di concretezza di passione di impegno e di costanza rendendolo un vero e proprio campione fuori e dentro la pista.

È sempre stato molto attivo nella beneficenza e ha sempre voluto dare indietro alla propria comunità ciò che è stato abbastanza tenace da guadagnare.

Ad esempio, durante la tappa di Petropolis lui e tutto il Cannondale Factory Racing hanno indossato dei guanti Rossi Prologo in sostegno del progetto Pump for Peace - una squadra il cui scopo è quello di far correre atleti che derivano da situazioni sociali più svantaggiate, dandogli quindi una possibilità economica che altrimenti non riuscì sarebbero mai riusciti a raggiungere.

La bici

La bici utilizzata da Enrique è sempre stata la sua fedele Cannondale Scalpel Lefty,  riconosciuta e famosa in tutto il mondo per la forcella monoblocco che nel corso degli anni lo ha sempre accompagnato nonostante le sue evoluzioni.

 La sella è stata la Scratch X8, modello lungo e stretto, circa 134 mm per 270 di lunghezza che ha accompagnato Henrique per molti anni.

Ultimamente però i più attenti avranno notato un nuovo modello sulla sua bici. Infatti nella parte finale della sua carriera Avancini ha sviluppato un nuovo prodotto, la Scratch NDR, che vedremo sul mercato nel 2023. Un perfetto mix fra una sella lunga e una corta, pensata esclusivamente per il cross country. Le manopole invece sono le leggerissime Prologo Feather.

Sicuramente Avancini ha scritto una pagina importante della storia della MTB e dello sport in generale, lasciando un’impronta dietro di sé fatta di passione, tenacia e correttezza. Ci ha ispirato sia a livello personale che professionale e per questo non possiamo fare altro che ringraziarlo, augurandogli il massimo della fortuna per il suo prossimo capitolo.

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